concept idea #1
concept idea #2
Ispirazioni
Il Cerchio simbolo primordiale che ricorre nella forma della terra, del sole, della luna, è il centro. I babilonesi lo utilizzavano per misurare il tempo, con la ruota divisa in 6 settori da 60° ciascuno. Da lì che nasce il concetto del tempo ciclico e universale, tempo che tutto può guarire, anche l’anima ferita.
Simbolo alchemico di protezione, nel mondo celtico il cerchio durante i rituali magici aveva la funzione di allontanare i nemici.
Così anche lo psicologo K. G. Jung credeva nelle sue funzioni magiche, al centro si è protetti dalle influenze esterne, al centro la divinità – uomo.
In giardino, l’Anima umana distolta dalla vita può ritemprarsi con il Corpo. L’acqua che ci accarezza seduti all’ombra scorre verso il centro e trascina via i pensieri, in un invito al ristoro ed all’immersione nel profumo delle essenze officinali profumate. Seduti al fresco del pergolato che vuole stimolare i sensi e divertire con la sua forma di ventaglio di legno e stoffa di seta, che a seconda delle necessità si apre e si chiude.
Dall’antichità gli uomini si sono adornati di fiori, ghirlande sulla testa, rose all’occhiello e nel tentativo di tenere l’anima legata al corpo terreno ancora continuano a dipingersi il corpo di fiori. Idea mistica di una comunione divina tra natura e spirito.
Ecco che l’idea si trasforma in una istallazione di manichi-uomo fatti di rete, in un capillare intreccio umano, a ricordarci il mistero della natura.
Un uomo seduto, un uomo che abbraccia un albero, un uomo perso nei pensieri, un uomo che gioca con la natura di cui è parte e di cui è arte. La testa piena di fiori, i piedi, mani e braccia di rose e di spine, a ricordare che le nostre mani hanno il potere di creare e di distruggere, mani morbide e ispide, viso assorto, mente sgombera.
Hermann Hesse diceva che occuparsi della terra e delle piante offre allo spirito «un senso di quiete e liberazione simile a quello che si raggiunge con la meditazione».
Ogni pianta ci fa partecipare al mistero del crescere e dell’appassire e alla bellezza, gioia e sensualità della natura.
Ogni pianta ci insegna la pazienza e la capacità di osservare, lo stupore e il rispetto, la gioia e talvolta il rimpianto.
[credits co-design with arch. Cecilia Rossi]