Immergersi in una storia ed innamorarsi di un’idea, conoscere un gruppo di donne affiatate e vivere il loro mondo, scoprire i tessuti waxprint e farsi ispirare dall’Africa, questo è ciò che accade quando incontri il progetto di sartoria etica newHope, le sue Donne e suor Rita Giaretta.
Devo averle incontrate per la prima volta circa cinque mesi fa, dopo che me ne aveva parlato un’amica della Fondazione Angelo Affinita Onlus. La Fondazione, che opera su più ambiti dall’educazione alla formazione, allo sviluppo dell’empowerment, sostiene già da qualche tempo Casa Rut e newHope.
Animata dall curiosità , insieme a Giovanna della Fondazione decidiamo di visitare la sartoria dove abbiamo incontrato Mirela, Alessandra, Josephin, Namuè, Oxana … un gruppo di donne provenienti da differenti nazioni e culture come l’Africa, l’est Europa, l’Italia che lavorano insieme accomunate dal senso di emersione per un progetto di vita comune.
“Donne insieme: migranti e non, religiose e presenze amiche che hanno scelto di prendere in mano il filo della loro vita e attraverso la costruzione di relazioni di autentica e reciproca accoglienza hanno concretizzato l’ideale di solidarietà un impegno per la promozione umana e l’integrazione, inventando e creando opportunità di lavoro.” (cit. newHope)
Incontro poi Suor Rita Giaretta, una religiosa italiana impegnata in attività rivolte soprattutto al mondo femminile, che da anni lavora a Caserta dove ha fondato la Comunità di Casa Rut.
Casa Rut è un centro di accoglienza promosso e gestito dalle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria di Breganze (comunità di cui fa parte suor Rita) per giovani donne migranti, sole o con figli, in situazioni di difficoltà e/o sfruttamento.
Lei si batte per promuovere la legalità e la giustizia sociale in un territorio segnato dal dramma umano e morale della disoccupazione, da una forte presenza della camorra, da forme di illegalità diffuse e spesso dal degrado ambientale. Negli anni l’hanno conosciuta e sostenuta in tanti, tra cui Dacia Maraini, Cecile Kyenge. Per raccontare la sua esperienza ha scritto libri ed ha fatto scrivere di se anche il New York Times. Quasi sempre sorride e riflette. L’altro giorno abbiamo scoperto di avere in comune gli occhi verdi, i suoi sono cangianti, forse come la necessaria ed opportuna capacità di resilienza che richiede il territorio.
Come prosecuzione del lavoro di Casa Rut, nel 2004 è nata la cooperativa sociale newHope laboratorio di sartoria.
Ispirate dalla passione comune per l’espressione e l’identità femminile, con newHope sartoria e la Fondazione Angelo Affinita, abbiamo deciso di collaborare su un progetto formativo & creativo di ethical homedecor che a breve racconteremo.
Ci stiamo facendo ispirare dai tessuti africani che come racconto qui “sono la principale forma di espressione che gli africani usano per definire se stessi. Essi hanno utilizzato il panno non solo per ornamento personale, ma anche come un potente mezzo di comunicazione per molti secoli.” by Contemporary African Art